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Questore vieta i funerali del boss D’Albenzio. La salma direttamente al cimitero

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Maddaloni. I funerali erano già stati fissati, ma da Caserta è arrivato l’ordine: niente celebrazione solenne per Domenico D’Albenzio, il 73enne boss di Maddaloni morto nella notte in seguito ad una malore alla clinica San Michele.

Niente rito funebre in chiesa, nè corteo per le strade di Montedecoro, la frazione al confine con Santa Maria a Vico, da sempre feudo della sua famiglia. L’incaricato e il dirigente del commissariato di Maddaloni già subito dopo il decesso hanno informato la questura per predisporre le misure necessarie per le esequie di “o’ Faraone” che erano state fissate per domani alle 15 nella chiesa Maria Santissima di Montedecoro.

Il questore è intervenuto d’urgenza: è stato vietato il trasporto in forma solenne della salma così come il corteo sia di persone che di auto.Il conducente del carro funebre e l’impresa di pompe funebri dovranno trasportare la salma direttamente al luogo della tumulazione dove avverrà la benedizione della slama e un rito religioso esclusivamente in forma privata. Soltanto i parenti stretti potranno dare l’ultimo saluto al 73enne che dunque non arriverà nemmeno in chiesa, secondo le disposizioni provenienti dal capoluogo. Si tratta di misure che spesso vengono adottate nei confronti di appartenenti alla criminalità organizzata.

D’Albenzio, dopo oltre un ventennio trascorso dietro le sbarre a seguito di una sentenza per un duplice omicidio, dal 2012 era tornato ai domiciliari e, una volta espiata la condanna, operava nel settore dell’abbigliamento. Lascia la moglie e quattro figli.