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“Tweet sessisti”, Esposito sgonfia il caso. La Boschi vuole la sua testa…

enrico tweet boschi

Acerra. Frasi sessiste sui social, la verità di Esposito sgonfia il caso. In mattinata l’Espresso aveva rilanciato alcuni tweet pubblicati negli anni scorsi sul suo profilo da Enrico Esposito, recentemente nominato vicecapo dell’ufficio legislativo del Ministero dello Sviluppo Economico e amico di vecchia data del vicepremier Luigi Di Maio.

“Quando ti chiamano “ricchione” o rispondi “puttan e mammt” o vai a piangere dalla maestra. Se fai la seconda cosa, sei ricchione davvero”; “Dolce e Gabbana chiusi “per indignazione”; “Ma si può sempre entrare dal retro”; Non c’è modo migliore di onorare le donne mettendo una mignotta in quota rosa #biancofiore #sottosegretaria”. Questi alcuni post pubblicati da “L’Espresso” presenti sul profilo del giovane avvocato acerrano, ma che in realtà si riferiscono a un personaggio da lui stesso creato ai tempi di Bleb Radio.

E’ lui stesso a chiarirlo con un lungo post sul suo profilo facebook: “Oggi ho provato sulla mia pelle cosa significa finire nel vortice della macchina del fango e pagarne il prezzo delle conseguenze.”

“Chi mi conosce sa benissimo che nella mia vita ho sempre avuto la passione per la satira e per il black humor. Infatti, proprio nel periodo di quei tweet riportati dall’Espresso avevo creato un personaggio radiofonico, chiamato “Gianni il Riccone”, che impersonava il mio alter ego razzista, omofobo, sessista e addirittura antimeridionale (proprio io, che sono napoletano!). All’epoca, utilizzavamo twitter per promuovere il nostro programma radiofonico satirico, ma i giornalisti dell’Espresso si sono ben guardati dal riportare le foto di “Gianni Il Riccone”, che pure erano visibili in bacheca, e hanno subito lanciato una campagna diffamatoria nei miei confronti, decontestualizzando quelle frasi. La cosa che più mi ha fatto male è che quelle frasi siano state utilizzate contro di me per farmi sembrare un razzista, un sessista, un omofobo”.


“Proprio io, che ai tempi delle lotte studentesche al liceo e all’università, mi sono sempre impegnato in prima persona, portando avanti battaglie sui diritti civili.
Anni di manifestazioni, sit in, convegni e raccolte firme: tutto cancellato da 4 battute di cattivo gusto che non rappresentano affatto, e addirittura sono l’opposto, di quello che è il mio pensiero su queste tematiche”.

Ma dal Pd (partito che candidò anche suo padre a sindaco di Acerra nel 2009 uscendo vittorioso) in molti vogliono la sua testa. Su tutti Maria Elena Boschi che l’ha attaccato frontalmente: “Ho letto i tweet di Enrico Esposito, vice capo dell’ufficio legislativo di Di Maio assunto dal Ministro come suo uomo di fiducia, visto che lo conosce dai tempi dell’Universita’. Le affermazioni di Esposito sulle donne e sull’omosessualità sono vergognose e indegne di un Paese come il nostro. Ignobili anche le affermazioni sulla collega Michaela Biancofiore, a cui esprimo la mia vicinanza, così come alle altre persone ingiustamente offese. Impossibile che Di Maio e il M5S non sapessero, visto quanto tempo dedicano ai social. Qui si va oltre la libera manifestazione di una opinione. Una persona che pensa e scrive cose come queste non può essere pagata dai cittadini italiani. Che il Vicepremier prenda provvedimenti o dovremmo dedurne che la pensa come come il suo caro amico e vice capo del legislativo Esposito. E il M5S sarebbe dalla parte dei diritti? Di sicuro sono dalla parte dei loro”.